Notule

 

 

(A cura di LORENZO L. BORGIA & ROBERTO COLONNA)

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XVII – 03 ottobre 2020.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: BREVI INFORMAZIONI]

 

Individuati 160 geni responsabili delle riduzioni di volume cerebrale in patologia e invecchiamento. Sudha Seshadri e colleghi della University of Texas in San Antonio (UT Health San Antonio) hanno studiato geneticamente 34 regioni della corteccia cerebrale di oltre 45.529 volontari, scoprendo l’intervento di 160 geni nei processi di riduzione di volume atrofica o patologica del cervello umano in età adulta.

Le osservazioni sono state condotte mediante MRI su un gruppo di scoperta, costituito da 22.894 volontari, e hanno trovato conferma in un gruppo di replica di 22.635 individui.

La riduzione, che consiste prevalentemente nella diminuzione di pirenofori nella materia grigia corticale di aree implicate in pensiero, azione e consapevolezza, sembra essere determinata da uno stato funzionale di questi geni che intervengono anche nello sviluppo dell’encefalo, nella patologia neurodegenerativa, cerebrovascolare e psichiatrica. Il cervello si riduce fisiologicamente, anche per diminuzione del contenuto idrico cellulare, con l’invecchiamento, ma il pattern di riduzione che si rileva in coloro che sviluppano patologie è del tutto differente e caratterizzabile morfologicamente e geneticamente. I 160 geni individuati da Seshadri e colleghi sono potenziali bersagli dell’azione di nuovi farmaci che saranno sperimentati allo scopo di prevenire l’evoluzione patologica. [Cfr. Hofer E., et al., Nature Communications 11, 4796, 2020].

 

Nella malattia di Parkinson la perdita di Tet2 si è rivelata neuroprotettiva. I neuroni dell’encefalo nella malattia di Parkinson presentano una diffusa alterazione della regolazione di enhancers, che è associata a un aumento di espressione di TET2. L’inattivazione di TET2 protegge contro la perdita di neuroni dopaminergici mesencefalici nigro-striatali e protegge dai processi neuroinfiammatori. In sintesi, la ridotta attività di Tet2 che risulta neuroprotettiva può essere un nuovo obiettivo terapeutico per la malattia di Parkinson. [Marshall L. L., et al. Nature Neuroscience – AOP doi: 10.1038/s41593-020-0690-y, 2020].

 

Come le cellule di Schwann evitano che gli assoni danneggiati degenerino. Elisabetta Babetto e colleghi hanno dimostrato che, dopo il danno ad un neurite periferico rivestito da guaina mielinica, le cellule di Schwann del rivestimento sviluppano un drammatico incremento delle reazioni della glicolisi insieme con un aumento dell’accoppiamento assone-mielina. Tale supporto glicolitico contribuisce in maniera determinante alla riparazione del danno; se questo processo viene bloccato nelle cellule di Schwann, l’assone degenera. [Babetto E., et al. Nature Neuroscience – AOP doi: 10.1038/s41593-020-0689-4, 2020].

 

Rivelato un nuovo elemento per la codifica olfattiva degli odori. Una precisa manipolazione olografica dei circuiti olfattivi ha evidenziato quali elementi sono determinanti per la rilevazione percettiva delle molecole aromatiche. Jonathan V. Gill e colleghi, usando un metodo olografico optogenetico bi-fotonico, hanno dimostrato che i topi possono rilevare con precisione singoli picchi all’interno di piccoli set di neuroni del bulbo olfattivo. In particolare, i ricercatori hanno stabilito che la prestazione dipende strettamente dalla sincronia dei neuroni e non dalla latenza relativa al momento dell’inalazione dello stimolo odoroso. [Cfr. Gill J. V., et al., Neuron – AOP doi: 10.1016/j.neuron.2020.07.034, 2020].

 

Rappresentazione gerarchica dell’elaborazione dei colori nella corteccia cerebrale. Come fa il cervello visivo a rappresentare lo spazio percettivo del colore? Liu e colleghi hanno scoperto che, all’interno di un’architettura uniforme “blob-simile” di risposta alle tinte rilevate dalla retina, si sviluppano progressivamente mappe cromotopiche in scala e precisione lungo la gerarchia visiva delle aree V1, V2 e V4. Tale rifinitura, nella corteccia visiva del macaco, migliora l’uniformità spettrale riflettendo in maniera più fedele la percezione dei colori. [Cfr. Liu Y., et al., Neuron – AOP doi: 10.1016/j.neuron.2020.07.037, 2020].

 

Il canto d’amore di Drosophila durante l’accoppiamento ha conseguenze interessanti. Recentemente si è scoperto che le femmine del moscerino della frutta Drosophila melanogaster emettono uno specifico canto durante l’accoppiamento. Peter Kerwin e Anne von Philipsborn hanno dimostrato l’ipotesi che il canto di copulazione delle femmine è un segnale specifico per il maschio, che agisce sull’allocazione dell’eiaculato e può influire sia sul nuovo accoppiamento della femmina sia sull’uso dello sperma, interessando così il comportamento sessuale post-coitale. Questo speciale canto della femmina, diffuso in tutto il genere Drosophila, è interessante anche in funzione della ricerca che indaga il modo in cui i circuiti neuronici sessualmente dimorfici mediano il rapporto fra sistema nervoso centrale e funzione riproduttiva. [Peter Kerwin & Anne von Philipsborn, BioEssays – AOP doi: 10.1002/bies.202000109, 2020].

 

Coronavirus: i media impartiscono lezioni di insensibilità e indifferenza sociale che possono ridurre il grado di consapevolezza? Abbiamo ricevuto approvazione e condivisione per alcune considerazioni proposte nel “Diario minimo” della scorsa settimana: “Nell’ultima settimana i 70 morti per coronavirus in Italia sono passati del tutto inosservati nei media, senza alcun commento, senza alcuna parola di pietà: sono solo un numero da pronunciare in fretta, perché sono morti che “non contano”; che “non devono contare” e tutti devono considerare inevitabili e accettabili. Ma noi sappiamo che con misure più rigorose, e soprattutto con un controllo costante del rispetto delle regole, SARS-CoV-2 non sarebbe arrivato a quelle persone. […] Il 15 settembre abbiamo rilevato che dei 70 morti nell’ultima settimana non si parlava nei notiziari; dopo un’altra settimana, dal 16 al 23, si contano 125 nuovi decessi, il che vuol dire quasi duecento persone in due settimane, ma sembra non interessare nessuno: il sistema ospedaliero può far fronte al flusso attuale di ammalati, dunque la questione non interessa i politici e, conseguentemente, i giornalisti. Questo atteggiamento indebolisce la coscienza del collegamento fra condotte e contagio, riducendo il grado di responsabilità sociale avvertito dalla maggioranza: noi vogliamo ricordare a noi stessi e a quanti leggono queste parole che molte delle morti di questi giorni potevano e dovevano essere evitate” (Note e Notizie 26-09-20 Diario minimo del coronavirus da agosto a oggi).

La tragedia più grave del secolo scorso e tra le peggiori che abbiano colpito l’umanità è stata la Seconda Guerra Mondiale (1° settembre 1933 – 2 settembre 1939), che in Italia ha causato in sei anni di conflitto 472.354 morti, ossia 39.362 morti in sei mesi. Sono 35.894 i morti registrati al 30 settembre in sei mesi di pandemia. Perché non parlarne? Perché non dire che una grande parte di questi morti poteva essere evitata con condotte sociali più responsabili? Perché non dire che se fossimo rimasti alle quote di SARS-CoV-2 circolante a fine giugno non ci sarebbe stata l’ecatombe di 1.150 deceduti dal 29 giugno al 29 settembre? Si pensi che il 29 giugno, sommando i positivi rilevati in tutte le 20 regioni d’Italia, si raggiungeva quota 126, mentre dopo la follia dei tre mesi estivi la quota è 1851: la sola Campania il 29 settembre aveva il doppio dei nuovi positivi quotidiani dell’Italia intera a fine giugno e ora, venerdì 2 ottobre, va oltre il triplo con 392. Nello stesso giorno 2500 nuovi casi in Italia con 23 morti sono una prevedibile conseguenza.

Come stiamo spiegando dal mese di marzo, ogni nuovo contagiato che entra in un territorio o in uno spazio sociale diffonde il contagio da asintomatico a tutti quelli che entrano in contatto ravvicinato con lui, e ciascuno di questi è potenziale centro di irradiazione, sviluppando una progressione geometrica che non si arresta se non si interrompono tutte le frequentazioni sociali fra le persone di quel territorio fino alla guarigione di tutti, teoricamente comprovata da tamponi a tappeto. Individuare con i tamponi l’eziologia da SARS-CoV-2 della malattia di coloro che arrivano in ospedale, equivale a occuparsi solo della punta emergente dell’iceberg, fingendo che non esista la maggioranza costituita dagli asintomatici che continuano a diffondere il virus.

Per ulteriori considerazioni sul tema, si vedano le “Notule” della scorsa settimana.

                                                                                                                                      

Notule

BM&L-03 ottobre 2020

www.brainmindlife.org